PONTE BUGGIANESE. Le gambe ancora tremano. La paura negli occhi. Una voce sempre inquieta. Due donne, madre e figlia, per diversi minuti in balia di tre balordi, vestiti di scuro, con i passamontagna, guanti neri. Dina Michelotti, 87 anni, dice: «Se ho retto questa volta, non mi sentirò male mai più». Wilma Matteucci, 65 anni, ha graffi sul volto, una mano indolenzita: uno dei delinquenti ha usato le maniere forti. A Dina le hanno stretto il braccio contro la gola, immobilizzandola.
Erano passate da poco le 21 di giovedì 12 aprile. Le signore si trovavano accomodate in poltrona nella taverna, davanti a un caminetto acceso. A un certo punto Lulù e Paolina, due meticci tanto esili quanto chiassosi, hanno iniziato ad abbaiare in modo frenetico: al primo piano della villetta di via Fosso alla Torre, traversa a un passo dal cimitero di Ponte, c’erano tre ladri. La donna più giovane si è affacciata dalle scale, in un attimo aveva le braccia di un uomo intorno al collo. Ha provato in qualche modo a liberarsi, nell’accenno di colluttazione è finita con il volto contro il passamano. «Stai zitta o ti ammazzo», le hanno intimato in un italiano non perfetto.
Il trambusto e le grida hanno portato al piano superiore anche la pensionata 87enne, per lei stessa sorte della figlia: un altro uomo l’ha fermata con forza: mano davanti alla bocca, secondi di terrore. Minacciate con un punteruolo, lo stesso arnese usato probabilmente per entrare nell’abitazione, forzando una persiana e una finestra che si affacciano sull’orto. Un furto che si trasforma in rapina.
La banda non è fuggita: il terzo malvivente, mentre i due compari tenevano ferme madre e figlia, ha continuato a rovistare in tutte le stanze, svuotando cassetti e armadi. «Mi hanno strappato una catena d’oro dal collo e portato via l’anello di fidanzamento del mio defunto marito», dice afflitta Dina. Spariti anche i braccialetti, oggetti di bigiotteria, un orologio. E 20 euro dal portafogli di Wilma: «Ne avevo 150, ma li ho spesi nel pomeriggio. Però mi hanno lasciato il cellulare, ma forse perché non è nuovo».
Prima di lasciare la villetta, scappando da una porticina sul retro, i banditi hanno rinchiuso le due donne in camera da letto. Un quarto uomo li aspettava fuori in auto, con il motore acceso, pronto alla fuga. È stata una vicina ad avvertire i carabinieri, sentite le urla di terrore. «Nel 2012 avevamo subito un altro furto, ma quella volta non eravamo in casa. Adesso hanno portato via quel poco che era rimasto».